Antiche tracce di vita :
IL
CASTELLO DI S. FELICE
(Castellazzo)
(Riflessioni
tratte dal libro “SAN GREGORIO ALPI osservando il territorio” di Gloria
Sabina Manera)
Anche se sparito dalla cartografia e dalla memoria della gente, è lecito
pensare che se esisteva un castello a San Felice , questo, una volta
distrutto, abbia dato materiale da costruzione sufficiente
per costruire prima la chiesetta dedicata in origine ai
Santi Ermagora e
Fortunato (più tardi San Felice) e poi case d’abitazione che fino ad una
ottantina d’anni fa esistevano sul luogo.
In ogni caso tutti gli indizi esposti fanno ritenere probabile l’ipotesi
di un edificio fortificato posto in quel luogo, il quale presenta delle
caratteristiche piuttosto evidenti ed adatte ad una simile funzione.
Ne viene ipotizzata la sua presenza su un rilievo panoramico a picco sulle
sorgenti del torrente
Veses, risultando quindi molto protetto sul versante
Ovest della Valscura. Giungendo da Est dalla piana di Roncoi, c’erano gli
antichi percorsi, sostenuti da muri di pietra, oltrepassando una zona
caratterizzata dalla presenza di ripidi lastroni di roccia levigata che
obbligavano il passaggio e che poteva quindi essere controllato.
Tutta l’area del sito era poi agibile solo grazie ad una serie cospicua di
muri in pietra che hanno formato dei terrazzamenti, per poter coltivare la
terra e tenere gli animali per il sostentamento delle
circa quaranta
persone
che vi abitavano.
E’ importantissima la presenza dell’acqua che scaturisce da una sorgente
proprio lì, a qualche decina di metri sotto la chiesetta.
Se pensiamo quindi alla presenza di un
castello mediovale
, inteso come roccaforte e rifugio, le caratteristiche descritte sono
senz’altro idonee a confermarne l’esistenza, poiché il luogo era di
difficile accesso, permetteva l’avvistamento, era alimentato da una
sorgente d’acqua, e soprattutto in caso di pericolo, consentiva una via di
fuga a Nord verso le montagne ed i
Piani
Eterni
passando per il
passo Forca,
attraverso un sentiero che esiste tuttora.
Una volta diroccato, sul sito è stata edificatala piccola chiesa di San
Felice che forse esisteva anche prima ed è stata solo ampliata e
modificata.
La presenza della chiesa è testimoniata già dall’inizio del ‘400
poiché è
chiaramente menzionata nella
“Regola di San Gregorio”, ma si ipotizza
esistente fin dal XII secolo.
Questa situazione fa pensare ad un sito che ha conosciuto modifiche
piuttosto importanti e che può nascondere sotto lo strato emergente ,
delle risposte ai molti dubbi che si creano a chi l’osserva con curiosità
ed attenzione.
Un’ultima riflessione da farsi è che a S. Felice esisteva, come già detto,
un nucleo abitato da una quarantina di persone fino a una ottantina di
anni fa, ma è davvero difficile credere che una parte di popolazione abbia
deciso di costruire la propria nuova abitazione proprio lì, dove era
difficile coltivare, dove gli animali correvano costantemente il rischio
di precipitare nel dirupo, specialmente se si osserva che lì poco distante
c’era la comoda e ridente
piana di Roncoi. E’ più probabile che il nucleo
si sia sviluppato solo perché esisteva già qualcosa precedentemente per
cui diveniva più facile e meno dispendioso utilizzare delle rovine
esistenti ed abbandonate, adattandole ad abitazioni: erano tempi in cui
cavare e lavorare la pietra, edificare, costava grande fatica e tempo
portato via al lavoro dei campi e di accudire il bestiame, che era quello
che dava il sostentamento alle famiglie.
<< Da giovane, anni 50/60, ricordo che c’era
qualche personaggio del paese di Roncoi che aveva iniziato a fare degli
scavi nel bunker posto dietro la chiesetta che guarda la Valscura, alla
ricerca di chissà quali tesori >>